La cicala e la formica - rivisitazione in ottonari

Affacciatosi l'inverno
La cicala infreddolita
Iniziò a veder l'inferno
Ed andò dalla formica
"Cara amica dell'estate"
La pregò tutta tremante
"Non mi far così penare
Fammi entrar da te un istante"
"Ah però che faccia tosta"
Disse quella un po' scocciata
"Del lavoro che a te costa
Io n'ho fatto scorpacciata
Mentre tu ti divertivi
Io riempivo i magazzini
Dimmi un po' mia bella diva
Ora che'l gran freddo arriva
Perché mai dovrei nutrirti
E la mia fatica offrirti?"
"Perché mentre tribolavi
Quel mio canto e quel mio suono
So che ben tu l'ascoltavi
E godevi del mio dono
Non t'ho forse allora rese
Le faccende più serene?"
"Hai ragione" disse infine
Quella gran lavoratrice
"Non esiste solo il chicco
E tu'l mondo fai più ricco
Ché una vita senza l'arte
Non v'è gusto farne parte"
L'uscio quindi s'aprì lesto
"Dai su vieni passa dentro"

Cesare Bartoccioni, 14 ottobre 2016

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