La rana e lo scorpione - rivisitazione in ottonari

Quando feci la richiesta
Alla rana poverella
Io vi giuro ero sincero
Mai l'avrei punta, davvero!
Lei mi disse "Caro mio
Non ti credo neanche un po'
Prima di passare il rio
Tu mi metti KO"
"Macché scherzi!" le rispondo
"Tu lo sai non so nuotare
Non ti posso lì ammazzare
Ché anch'io vado all'altro mondo"
Questo infine la convinse
Sulla schiena lei mi pose
Lungo il fiume mi sospinse
Poi iniziò con la sua voce
A cantare le sue strofe
Mai fu un canto così atroce
"Per pietà!" la supplicai
"Smetti ché sennò son guai!"
"Ma va là" mi fa lei gaia
"Senza barca né pagaia
Io ti faccio navigare
E ti vuoi pur lamentare?"
"Guarda" dissi "non resisto
Smetti di cantare, insisto!"
Lei tranquilla se la rise
Fece orecchie da mercante
E più ardore ancor vi mise
Nel suo ruolo da cantante
Non potei più trattenermi
Me n'andai fuori dai sensi
Mi parve ben troppo dura
Sopportare tal tortura
Con un ghigno il pungiglione
Le ficcai giù nel groppone
Tosto smise di cantare
E iniziammo a sprofondare

Cesare Bartoccioni, 31 marzo 2017

Nessun commento:

Posta un commento