Intervista a René De Boer, detto Il Rosso, L’Olandese.

Intervista a René De Boer, detto Il Rosso, L’Olandese

-    Buongiorno, Capitano… Come devo chiamarla? Signor René, Capitano De Boer, …?
-    Mah, lasci, lasci stare, non ha più molta importanza, ormai… Sa… beh… ecco… non sono più l’uomo… tutto d’un pezzo, diciamo, che ero un tempo… Non so se mi capisce, nevvero…?
-    Certo, certo. Beh, suppongo che sia difficile da accettare…
-    Difficile? Difficile, dice? Ah, ma caro signore mio! Ma lei parla per eufemismi…
-    Beh, “eufemismi” dice? Già… Ma l’eufemismo in realtà… Beh, eh, insomma… Va be’. Capitano, diciamo Capitano e basta, no? Dunque, Capitano, vorrei farle alcune domande che forse interessano i lettori di questo blog, è d’accordo?
-    D’accordo? D’accordo, dice? Ah! Se dipendesse da me lo brucerei, questo blog!
-    Suvvia, Capitano, è sicuro…? In fondo, bruciare le cose non porta molta fortuna, no? Lei dovrebbe saperlo che…
-    Ah, basta, basta! Non me lo rammenti! Ha ragione, ha ragione… Lasciamo stare! Però, caro mio, le dico una cosa…
-    Dica, Capitano.
-    Ma secondo lei, questo… blog, come lo chiama lei, qui, pieno di cose scritte, lunghe, corte, pezzi di romanzo, poesie sparse, poesie sperse, indovinelli in rima, insomma, secondo lei, mi dica, secondo lei, eh?
-    Secondo me cosa, Capitano?
-    Ma come! Ma secondo lei, uno che imbratta le carte in questo modo… Non meriterebbe quanto meno la forca? Eh? Su, mi dica!
-    Ehhh, adesso, su, non esageriamo. Ammetto che l’autore a volte può essere un po’... particolare, diciamo… anche a me, ogni tanto, beh, lo ammetto, mi stressa con le sue fisime…, ma, da lì a mandarlo sul patibolo…
-    Ah! Patibolo! Patibolo! Io gli farei fare una bella camminata sull’asse, altro che! O magari un bel giro di chiglia.
-    Ehm… Come Sweet John?
-    Guardi, guardi, lasciamo perdere, eh? Non mi faccia tornare in mente quel momento della mia vita! Io ora ho raggiunto, come dire, la pace dei sensi, capit’? E non voglio rivangare… Insomma, su, mi faccia queste benedette domande e via, nevvero?
-    Certo, certo, Capitano. Dunque… Allora… La prima domanda riguarda il suo… soprannome. Cioè, Capitano, ma davvero la chiamano “Il Rosso” perché amava cospargersi il corpo del sangue delle sue vittime?
-    Ah… caro mio! Eh, bei tempi, quelli. Non me li ricordi, va, mi rende ancora più difficile accettare la mia attuale condizione… Era tutto più semplice allora. Quello sì che era un periodo d’oro… E comunque, in realtà, lo feci solo poche volte.
-    Quindi, se n’è poi pentito?
-    Ah sì, pentito! Pentitissimo! Amaramente pentito. Ma sa quanto ci vuole a ripulirsi la giubba e i pantaloni da tutto quel sangue secco e annerito? Lo sa? Ha una minima idea?
-    Beh, no… in realtà… no. Non mi è mai… successo.
-    Ma come? Ma mi dica, caro signore… Non sarà anche lei uno di quei teneri di cuore che stanno rovinando sempre più questo nostro mondo, eh? You bleeding hearts and artists…
-    Lasci stare i Pink Floyd, Capitano…
-    Chi?
-    Ehm… ah già, beh, lasci perdere, non ho considerato i secoli che… Beh, allora, Capitano, un’altra questione che forse interessa i lettori…
-    Mi dica, mi dica, ma facciamo presto, eh? Che sento che già mi chiamano, dabbasso, nevvero?
-    Certo, certo. Sarò veloce.  Capitano, ecco… nella storia che, ormai, sempre più gente sta leggendo e apprezzando…
-    E di cui io nego tutto, nevvero?
-    Certo, beh, è comunque un’opera di… fantasia, su questo non v’è dubbio alcuno…
-    Ecco.
-    Insomma… in quell’opera di fantasia lei appare così, diciamo, all’improvviso…
-    Out of the blue, my dear, out of the blue, eh, eh.
-    Esattamente… Ma forse i lettori sarebbero interessati a saperne di più su di lei, sulle sue origini. Insomma. Lei è “L’Olandese”. Suppongo che venga dall’Olanda.
-    Non supponga, non supponga. Qui se c’è uno che può supporre, quello sono io. Sono sempre stato un supponente, ai bei tempi. Il migliore dei supponenti!
-    Ehm… beh… Certo. Mi scusi, Capitano. Ad ogni modo, vuole raccontarci qualcosa della sua vita? Magari della sua infanzia…
-    Dunque… vediamo un po’… Beh, questo potrebbe essere interessante, potrei finalmente raccontare io, in prima persona, diciamo, la verità degli eventi, nevvero?
-    Eh, certo… Beh, potrebbe essere una buona cosa,  no?
-    Ah, sì, senz’alcun dubbio, caro signore. Dunque, vediamo un po’… Potrei iniziare dalla prima gallina che trafugai dal pollaio dei vicini…  e sapevo a malapena gattonare, al tempo, eh?… Oppure da quando, allora giovine pupillo della scuola della chiesa riformata, lì nelle Antille, mi presentai in classe con l’archibugio di mio nonno caricato a pallettoni… Oppure da quando, insieme a dei cari amici, dissotterravamo il boucan durante la cottura per andarlo a rivendere nella taverna di mio zio… Eh, caro mio, ho così tanti bei ricordi di quando ero bambino, che non saprei proprio da dove cominciare…
-    Ehm… veramente, beh, io intendevo qualcosa di più… insomma… cioè… di meno… episodico. Non c’è bisogno di soffermarsi su certi particolari che, poi, potrebbero essere… travisati…
-    Ah, sì, assolutamente! Ha proprio ragione, egregio signore. Le dirò, in effetti, che la mia vita è stata tutta un… travisamento, capit’? E comunque, mio caro, ora… mi dispiace davvero, ma non posso più restare, mi stanno richiamando… all’ordine, eh, eh… Devo tornar giù. Beh, la ringrazio e la saluto, eh? Tante cose, eh?
-    Ma, Capitano, deve proprio andare? E la sua storia? I lettori sono interessati a…
-    Bah, caro mio, stia pur tranquillo. Qualche imbrattacarte che un giorno la racconterà lo si troverà di sicuro, non tema… Addio. Addio.
-    Già… beh, speriamo, Capitano. Grazie ancora del suo prezioso tempo. Buon ritorno all… beh… buon ritorno.

Avete letto: Intervista a René De Boer, detto Il Rosso, L’Olandese
A cura di: Deiandro, capo redattore del blog.

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