Zio Checco e il giornale, ovvero, il perché di una scelta - riflessione

In questo blog potete trovare in lettura integrale e gratuita alcuni dei miei scritti. Tutto ciò che è stato invece pubblicato in cartaceo (ed eBook), come romanzi, raccolte di racconti o di poesie, è disponibile seguendo i link che trovate nelle pagine dedicate (oppure rapidamente nella pagina "Le Opere - in breve"). Sorvolando sulle ovvie ragioni editoriali che impediscono la fruizione gratuita delle opere oggetto di pubblicazione, lasciate che vi racconti una storia vera, protagonista il mio prozio Francesco Fiorucci, detto Checco, alla fine della quale capirete perché io evito accuratamente di:
1. acquistare io stesso i miei romanzi per poi rivenderli;
2. regalare copie degli stessi;
3. effettuare strane triangolazioni del tipo tu lo compri e poi io...

Allora, un giorno della prima metà del '900, il mio prozio andava dal paesello di Pianello a Cagli in bicicletta.
Non c'erano auto, non c'erano servizi, non c'erano praticamente negozi.
Lo ferma un tale e gli fa:
"Checco, vai a Caje?"
"Sì." Risponde il mio prozio proseguendo la strada.
"M' pi' 'l giornale?"
"Sì." E continua pedalando.
Dopo alcune case, altro tale, stessa scena. E ancora e ancora.
Alla fine del paese, uno gli fa un cenno:
"Checco, vai a Caje?"
"Sì." Risponde il mio prozio proseguendo la strada.
"M' pi' 'l giornale?"
"Sì." E continua pedalando.
"Aspetta, du' vai? T' do i soldi!"
Il mio prozio gira la bici, torna indietro fino al tizio.
"Tu m' sa ch'l voi legge."

Non mi va che vi sentiate obbligati ad acquistare una copia che io vi porto di persona.
Non mi va che riceviate una copia omaggio per farla poi finire in cima a polverosi scaffali.
Mi va che mi leggiate. Mi piace quando fate il passo.
Nei rapporti, di amicizia, d'amore, è questo che conta.
Il passo.

Buona lettura!
Cesare


(articolo aggiornato il 17 febbraio 2019)

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